Un paese si riprende se è triste, non se è arrabbiato – Il Post
6 Aprile 2016“Ridurre l’ansia è più semplice di quanto credi”. L’illuminante studio di due psicologi
10 Aprile 2016Possiamo favorire il cambiamento degli altri? Possiamo “dire” qualcosa che possa aiutare gli altri a cambiare. Sì, ma a certe condizioni, altrimenti la nostra volontà di cambiare l’altro è controproducente.
E’ un’esperienza comune: qualcuno ci dice qualcosa e scatta in noi un cambiamento. Se prestiamo attenzione a questi momenti vediamo che essi avvengono in condizioni particolari. Innanzitutto è importante l’accettazione dell’altro, l’ascolto, la comprensione, senza le quali il cambiamento o non avviene o non è duraturo. Non si cambia solo con la forza di volontà, non si cambia perché qualcuno ce lo dice. Si cambia perché si capisce qualcosa di nuovo. E per farlo attraverso un’altra persona dobbiamo sentire che questa persona ci accetta per come siamo, non forza la mano, si sforza di comprendere ed accettare i nostri limiti.
Sono poi importanti due atteggiamenti: valorizzare i piccoli cambiamenti e avere la capacità di usare parole incoraggianti. La pretesa di un cambiamento grande, immediato, è spesso la nemica più acerrima di ogni reale cambiamento. Le persone si costruiscono nel tempo e nel tempo cambiano. Non si può pretendere né da noi stessi né dagli altri un cambiamento immediato su abitudini profonde. Si devono invece attuare e valorizzare piccoli passaggi, piccoli movimenti verso il nuovo.
E poi occorre saperli incoraggiare con parole adeguate. “Incoraggiare” significa “mettere cuore”, “animare”, quando usiamo parole d’incoraggiamento, invece che biasimo o rimprovero, mettiamo un po’ di anima nella persona. Con quell'”anima” in più si favorisce il cambiamento.
Se vuoi saperne di più, vedi il testo Il cambiamento di sé e degli altri