Ogni cosa è collegata
5 Novembre 2023Ognuno se la prende con chi… può
17 Novembre 2023Eravamo lì che parlavamo del fatto che è pericoloso biologizzare la cultura. Mi domandavo del limite: dove inizia una e finisce l’altra? Ad esempio, il tema di moda, il genere, il genere è legato al sesso? Pare di no. Esistono culture dove si usano termini neutri (è qualcosa d’indistinto) alla nascita, maschili (si è uomini) ad una certa età e poi termini femminili (si è donne) ad un’altra età e questo a prescindere dal sesso biologico. Pensavo al fatto che noi diamo del “lei”, usiamo una parola di genere femminile, per indicare una certa distanza e nello stesso tempo per esprimere rispetto a qualsiasi persona, indipendentemente dal sesso. Pensavo alla familgia che 400 anni fa se a un uomo chiedevi qual era la sua familgia non indicava la moglie e i figli, ma il nonno e il figlio maschio. La famiglia era solo la linea patrilineare. Oggi qualcuno crede che la famiglia biologica sia un uomo e una donna e un figlio, ma questa è una invenzione “industriale” e capitalista secondo qualcun altro. Non è che per questo sia meno valida o interessante, soltanto non è un dato biologico. Farla passare per biologia è oggettivizzarla, il che significa fare qualcosa che assomiglia ad una imposizione. Chi lo dice ha tutto il diritto di farlo, ma abbia il buon gusto di ricordare che è una opinione personale, una visione che magari è anche condivisa da molti, ma in ogni caso non è un dato di fatto. L’unica cosa che sappiamo e che per ora per fare bambini servono un ovulo e uno spermatozoo. Stop. Tutto il resto è cultura, storia, società, il che significa relativo, ideologico, mutevole.
Queste considerazioni sono nate leggendo un libro molto interessante, di molti che sto leggendo su questi argomenti, s’intitola: Modi bruschi. Antropologia del maschio di Franco La Cecla, Elèuthera, 2010. Come si diventa maschi? Perché il maschile, come il femminile si costruisce insieme, sia nel senso che l’uno non può fare a meno dell’altro, sia che lo si fa in comunità. L’idea di maschio/femmina con tutto quello che ci può essere in mezzo, a lato, in procinto di, (salviamo tutte le forme che ognuno vuole darsi di definizione dell’identità propria, appunto sapendo che lo si fa insieme) non è che, appunto, una idea. Cito solo un pezzo che mi pare interessante, che mi fa riflettere su un argomento su cui sono veramente ignorante, capisco anche poco, ma sul quale cerco di capire di più, senza una idea di partenza. Il brano è questo:
Gli uomini per dimostrare di essere maschi, devono sottolineare la propria differenza dalle donne. Anche se apparentemente il fatto di avere un pene e il fatto di non avere le mestruazioni, di non allattare, di non avere un utero dove si formano i bambini, dovrebbe dire tutto quello che c’è da dire, in realtà queste stesse evidenze biologiche non sono conclusive.
La cultura è molto forte, forse più forte di ogni natura.