Perché occuparsi di comunicazione? (Parte prima)
27 Maggio 2019Fare formazione: dal risultato al processo
6 Giugno 2019L’affetto tra le persone è qualcosa che si costruisce, non è solo chimica o alchimia. Esso è suscettibile di cambiare, accrescersi fino all’amore più puro o diminuire fino a divenire insensibilità. Ritengo che l’affetto sia in grande parte il risultato di un processo interiore, non un dato di partenza. Anche se, fin dall’inizio di una conoscenza, possiamo provare qualcosa di particolare per qualcuno, è soltanto con la cura della nostra relazione che possiamo mantenerlo e accrescerlo. L’affetto è una conseguenza di ciò che pensiamo, viviamo dentro, non un punto di partenza. Gli amici che si vogliono bene e che iniziano a lavorare insieme devono fare delle cose per mantenere la loro amicizia, altrimenti, come accade sovente, essa potrebbe essere compromessa.
L’affetto ha bisogno di comunicazione, fiducia, creatività, lealtà, onestà ed anche regole. Ha bisogno di pazienza, amore, inteso come accettazione quanto più incondizionata. Ha bisogno di entusiasmo, ma anche di dolore o tristezza condivisi. Anche farsi del male, a volte, può essere necessario per comprendere quanto sia poi importante vivere il piacere, la bellezza, il calore dello stare insieme.
Tutte queste cose si possono dare e ricevere, costruire o disperdere, ma, in ogni caso, esse richiedono impegno e tempo, pazienza e dedizione. Non arrivano così, da sole. Purtroppo una mitologia semplicistica dell’affettività diffonde l’idea che essa sia solo questione di chimica, di qualcosa di inconsapevole che c’è fin da subito o non c’è più. Non c’è, in quella visione, l’idea che si possa progredire nell’affetto, così come si progredisce nella conoscenza o nella ricchezza. Si può essere più ricchi, ma si può essere più amici? Si può essere più umani? Si può far crescere la propria sensibilità? Si dice che invecchiando, le persone, diventino più sensibili e quindi si commuovano più facilmente. Credo che questo accada perché le persone abbassano le loro difese e sviluppano una maggiore coscienza della propria sensibilità, aumentando la loro libertà di provare, di sentire, di vivere più in profondità la loro sensibilità, che a lungo hanno dovuto tenere repressa.
Ultima nota. L’affetto si nutre di una comunicazione costante sulla propria relazione, ma soprattutto da una cura nei confronti della sensibilità di ciascuno. Accettare la dimensione affettiva, significa non fuggire, ma curare la propria sensibilità, accettarne gli aspetti difficili, coltivarla attraverso un lavoro di sviluppo personale. Significa rendersi conto che ognuno di noi ha una parte di sé sensibile, vulnerabile, che dovrebbe rispettare. Avere cura della propria sensibilità e quella degli altri permette di sviluppare e mantenere accordi solidi e duraturi.
Sugli accordi si veda in testo Costruire accordi in questa pagina.
Si vedano anche i lavori di Brené Brown e le sue Ted Conference sulla vulnerabilità.