Un pensiero
18 Novembre 2020Pregiudizi e stereotipi, parte prima
15 Dicembre 2020Il lavorare in un gruppo è qualcosa che richiede competenze sempre più sofisticate. Una, quella che ritengo la più importante, anche se spesso è una delle ultime che si acquisisce, richiede la conoscenza di cosa significa per ciascuno di noi “essere un gruppo”. Non a livello cognitivo: non intendo “cosa pensi sia per te il gruppo”, o “come pensi di comportarti”, ma come ti comporti effettivamente quando sei in un gruppo: cosa vedono, sentono, vivono gli altri quando ci sei.
Ognuno di noi ha un modo di essere insieme che spesso viene visto solo in modo superficiale. Invece, per diventare un po’ più efficaci e efficenti, è importante comprendere il ruolo che il gruppo ha nella nostra vita (diverso per ciascun individuo) e le dinamiche che ognuno di noi mette in campo quando si trova all’interno di un gruppo. Molte persone, troppe, non hanno la più pallida idea di cosa sono e di cosa fanno quando entrano in un gruppo. Manca del tutto l’abitudine a pensarsi come persona che entra in relazione con altre portando visioni, idee, comportamenti. E quindi manca la coscienza di quale contributo danno ad un gruppo. Molto più facile la posizione “da spettatore”: cosa il gruppo fa per me e a me. Questa è la posizione più facile, comoda ed è spesso la sola che le persone sanno assumere in un gruppo di lavoro. Ma questo modo di pensare è estremamente limitato e parziale e non aiuta nessuno a comprendere ciò che sta accadendo e quindi come agire per renderlo migliore. E questo sia in positivo che in negativo. Alcuni sono estremamente depotenzianti in un gruppo e non lo sanno, altri sono estremamente costruttivi e non lo sanno.
Quindi alcune domande interessanti potrebbero essere: come agisco quando sono in gruppo? Cosa faccio? Quando parlo a chi e come? In che modo reagisco al gruppo e che contributo porto? Che tipo di reazioni genero? Cosa le persone mi rimandano? Come favorisco il gruppo? Cosa permetto di accadere e cosa no? A chi conferisco potere e a chi no? A quali condizioni parlo e a quali no?
Da qui si capisce, infine, l’importanza di potersi scambiare feedback su come ci comportiamo in gruppo, cosa vedono gli altri di me. È, questo, in effetti, un importante segno per comprendere la maturità di un gruppo e le sue potenzialità.