Il kaizen non mi fa bene, a me
24 Giugno 2019Elogio del pianto
1 Luglio 2019I Mondiali di calcio femminile mi stanno divertendo molto, a tratti anche entusiasmando, e in più mi fanno pensare a tante cose delle quali mi piacerà scrivere in altri post. Intanto pubblico questo di Giulia Siviero che si occupa di questioni legati al genere, al femminismo, alla necessità di un cambiamento nel nostro modo di vedere i rapporti tra linguaggio e politica di genere. Non ho certezze e non so se sono completamente d’accordo con lei, quantomeno sui termini calcistici, ma credo di essere molto d’accordo sulla necessità di non dare per scontato il loro uso. Sono d’accordo che non ci si dovrebbe fermare solo perché “suona male” dire “portiera”. Magari si userà portiere per indicare sia il portiere donna che il portiere uomo, ma credo sia bene parlarne, in modo da rendersi sempre più conto del potere del linguaggio nell’indirizzare, in modo inconsapevole, il nostro modo di pensare. Fa sempre bene.
Buona lettura.
Sorgente: Noi nel linguaggio e la portiera della nazionale – Giulia Siviero